Differenza tra Fondi Pensione Aperti e Chiusi

Qual è la differenza tra i fondi pensione aperti e chiusi? Quando si decide di aderire ad un fondo pensione la prima opzione da valutare attentamente è scegliere tra fondi pensione aperti e fondi pensione chiusi.

Aderire ad un fondo di pensione complementare è la soluzione ideale per garantirsi una vita da pensionato assolutamente stabile e senza preoccupazioni.

Sottoscrivere un fondo pensione ci permette, attraverso versamenti periodici o del TFR, di maturare una pensione integrativa da poter riscattare una volta ritiratisi in pensione.

Ma, cosa sono meglio i fondi pensione aperti o chiusi? Che differenza intercorre tra fondo pensione aperto e chiuso? Non tutti sanno effettivamente che i fondi pensione si differenziano a seconda dell’intermediario che li istituisce e dei soggetti che possono aderirvi.

E, allora, per comprendere la differenza tra fondi pensione aperti e chiusi, continua a leggere questa guida.

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Confronto fondi pensione aperti e chiusi: tutto quello che devi sapere

Scopriamo, di seguito, la differenza tra fondi pensione aperti e chiusi.

#1. Fondo pensione chiuso o negoziale

Il fondo pensionistico chiuso, detto anche negoziale, è un fondo complementare a cui possono aderire solo determinate categorie di lavoratori (esempio i metalmeccanici).

Si tratta di un fondo che deriva dall’accordo fra l’organizzazione sindacale e le singole aziende ed è istituito da Associazioni o fondazioni.

Pertanto, non tutti i lavoratori possono aderire al fondo pensione chiuso.

I fondi pensione chiusi prevedono una modalità di adesione esclusivamente su base collettiva.

Le categorie di soggetti che possono aderire al fondo negoziale sono le seguenti:

  • lavoratori dipendenti privati assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato
  • lavoratori dipendenti pubblici
  • lavoratori in somministrazione (apprendista, lavoratore accessorio)
  • lavoratori “atipici” assunti con le tipologie contrattuali previste dalla legge
  • soci di cooperative

Aderire ad un fondo chiuso prevede anche la possibilità di versamento di contributi effettuati direttamente dal datore di lavoro, oltre che al conferimento obbligatorio del proprio TFR.

Il TFR può essere conferito per intero o nella percentuale minima fissata dal contratto collettivo di lavoro di riferimento.

In caso di cambio di status lavorativo, l’aderente al fondo chiuso di categoria può perdere i requisiti partecipativi e non può più contribuirvi.

Al verificarsi di questa casistica, l’aderente al fondo chiuso può attivarsi subito ed optare tra tre possibili soluzioni:

  • riscattare l’intera posizione maturata sino a quel momento con applicazione di una ritenuta fiscale del 23%,
  • lasciare quanto versato sospendendo la contribuzione e continuando a sostenere i costi di gestione,
  • trasferire la posizione accumulata in un altro fondo pensione (anche aperto o un PIP) senza sostenere alcun onere fiscale.

Tra le tre possibilità sopra illustrate, il nostro consiglio è quello di continuare a costruirti una pensione integrativa, mantenendo i benefici fiscali sia sulle nuove contribuzioni che quelli sul capitale accumulato fino a quel momento.

Inoltre, potrai beneficiare di “sconti” percentuali sull’aliquota fiscale da applicare al momento dell’erogazione della prestazione pensionistica (capitale o rendita).

#2. Fondo pensione aperto o non negoziale

Banche, Imprese assicurative, SIM (società di intermediazione mobiliare) o SGR (società di gestione del risparmio) sono gli intermediari che possono istituire un fondo pensione aperto.

I fondi pensione aperti sono fondi non negoziali: patrimoni autonomi e separati dal resto delle masse gestite dell’intermediario che li gestisce.

Chiunque, indipendentemente dalla situazione lavorativa, può aderire ai fondi pensione aperti e non occorre appartenere a certe categorie di lavoratori.

Pertanto, ben si comprende la differente denominazione tra fondi pensione chiusi e aperti: “aperto” fa riferimento al fatto che lavoratori dipendenti, autonomi, liberi professionisti e ogni altro soggetto, anche non titolare di busta paga (studente, casalinga, etc.), può sottoscrivere questo strumento di gestione del risparmio.

L’adesione a questa tipologia di fondo può avvenire sia in forma individuale sia in forma collettiva e si può decidere di aderire con o senza conferimento del TFR.

Gli aderenti ai fondi pensioni aperti possono beneficiare di un’importante tutela per gli aderenti, in quanto il risparmio versato è insequestrabile e impignorabile.

In caso in caso di cambio di status lavorativo, non succede nulla: l’aderente al fondo pensione aperto può continuare a proseguire a versare i contributi.

L’unico fattore in comune tra fondo aperto e chiuso è la possibilità di godere dell’agevolazione fiscale e di detrarre un importo fino a €5.164,57, in sede di dichiarazione dei redditi.